La qualità di un olio si determina con la valutazione di un insieme di caratteri: colore, aspetto, finezza, ricchezza, equilibrio e tipicità. Tramite l’assaggio è possibile individuare alcune componenti chimiche molto importanti anche senza ricorrere ad analisi di laboratorio.
Per esempio:
Polifenoli
I polifenoli hanno come risvolto organolettico di sapore l’amaro e il piccante: più polifenoli ci sono più l’olio è amaro. I polifenoli sono ottimi per la salute: sono sostanze antiossidanti che agiscono sia sull’olio, evitandone l’ossidazione e quindi l’irrancidimento, che sulle cellule del corpo umano. Sono maggiormente presenti negli oli freschi, che infatti perdono di piccantezza (e quindi di polifenoli) con il passare del tempo.
Clorofille
Si riconoscono dalla colorazione verde intensa dell’olio e, insieme ai polifenoli, contribuiscono a conferire all’alimento virtù antiossidanti e protettive. Tendono a degradare con la luce, motivo per cui per l’olio si consigliano contenitori scuri e se ne raccomanda lo stoccaggio in ambienti bui. Un olio esposto alla luce può diventare giallo perché perde la clorofilla; quando avviene questo cambiamento si dice che l’olio è ossidato.
Carotenoidi
Insieme alle clorofille sono i pigmenti responsabili della colorazione dell’olio: i carotenoidi conferiscono riflessi tra giallo e arancio. Come gli altri due elementi distinguibili all’assaggio, anche i carotenoidi svolgono un’azione antiossidante.
Le sensazioni olfattive e gustative confluiscono nel giudizio finale, che descrive e definisce l’olio extravergine di oliva. Per questo si utilizzano termini universali che descrivono caratteristiche e difetti come indicato dal Reg. (CEE) n.2568/91.